Umano #0.8 — Brazzo [copione podcast]

Milano AllNews
6 min readJun 8, 2021

Voce narrante: Elena Inversetti

Intro

C’era una volta Francesco Brizio

Un ragazzo sordo

Poi è nato Brazzo

Lui ha scelto di cantare musica che non sente per non rimanere muto. E così è diventato l’Umano #0.8 di Ma che Razza di Umani!?

Questa è la storia speciale di un Umano normale.

Se la ascolterai fino alla fine, non ti resterà altro che chiederti:

E io? Che razza di Umano sono?

Umano #0.8: Lui fa musica che non sente

Quando arriva lo senti. Le sue sneakers sul linoleum dello studio. Quella maledetta porta che sbatte ogni volta. La sua risata contagiosa. E’ questo il biglietto da visita di Brazzo: uno degli artisti più rumorosi che entrano in questo studio di registrazione. Lui però tutto questo rumore non lo sente. No, non perché si distratto oppure scemo, ma semplicemente perché è sordo.

Ti chiederai cosa ci fa un sordo in uno studio dove si incide musica?

Andiamo con calma.

Cap 1

Francesco Brizio nasce a Taranto nel 1987 e l’idea di diventare Brazzo non è minimamente nei suoi pensieri. Meno ancora nei pensieri dei suo genitori: entrambi sordi che per i loro figli, tutti sordi, hanno ben altre preoccupazioni. Sì, hai sentito bene, Francesco è affetto da sordità congenita ereditaria bilaterale e fa parte di una famiglia sorda.

Immagina adesso di nuotare insieme a Francesco nello splendido mare pugliese. Siete entrambi sott’acqua, completamente isolati dal vociare dei bambini sul bagnasciuga e dai garriti insistenti dei gabbiani sopra di voi. Nell’azzurro di questo mondo ovattato vi basta uno sguardo per capirvi, in questa bolla siete uguali. Prima che l’azzurro diventi troppo blu e che il respiro finisca, riemergete, tuffandovi appieno nel rumore del mondo. E se tu vieni investito da tutto il cicaleccio di un normale Ferragosto tarantino, Francesco invece rimane nella bolla che condivide con la sua famiglia sdraiata al sole sulla spiaggia.

Francesco cresce con i suoi fratelli e e le sue sorelle in un ambiente sereno, allegro e molto rumoroso. Risate, pranzi al sacco, feste con amici, la casa sempre aperta e chiunque che vuole dire la sua. E’ qui che la famiglia Brizio è diversa dalle altre. Invece che parlarsi uno sopra l’altro, è un continuo movimento di mani e di sguardi. Non è il gesticolare tipico di noi italiani, sono segni per comunicare. Segni di una vera e propria lingua.

Per i suoi primi 5 anni di vita Francesco comunica infatti solo con la LIS, la Lingua dei Segni Italiana, facendo di lui un madrelingua LIS. I suoi genitori però vogliono che il loro figlio impari anche a parlare italiano per far scoppiare quella bolla che lo isola dall’esterno. Eh sì, perché, se a un sordo non insegni a parlare, lo condanni ad essere anche muto. Sì, i sordi possono parlare e come vedremo anche cantare.

Francesco dunque comincia un lungo percorso di logopedia che dura ben 10 anni, durante i quali impara ad articolare suoni che non sente. Alla fine ce la fa e oggi può dire con orgoglio di essere bilingue, perché può segnare e parlare allo stesso tempo. Per sentire, invece, ha gli occhi con cui legge alternativamente i segni o il labiale.

La Lingua dei Segni Italiana è una risorsa. È sinonimo di integrazione, identità e cultura. La LIS permette uno sviluppo cognitivo-linguistico-relazionale della persona sorda, consentendo al bambino sordo di sviluppare abilità linguistiche e intellettive prima ancora dell’acquisizione della lingua parlata. La LIS dunque è una vera e propria lingua. Per un bambino nato sordo o con una sordità acquisita nei primi anni di vita — in Italia sono uno su mille ogni anno– apprendere la lingua parlata/scritta è un processo complesso e che richiede anni di terapia logopedica. Infatti il non sentire i suoni, soprattutto le frequenze del linguaggio parlato, impedisce l’acquisizione spontanea della lingua vocale. La lingua dei segni italiana non è una forma abbreviata dell’italiano. Non è una mimica. Non è un codice morse. Non è un semplice alfabeto manuale e non è neppure universale, ma ha un lessico in costante evoluzione e regole grammaticali che consentono di “segnare” qualsiasi argomento, dal più concreto al più astratto. Ogni segno della LIS che viene eseguito da una o due mani è composto da diversi parametri: luogo, configurazione, orientamento, movimento. Ma come si parla con una persona sorda? Durante una conversazione, la persona sorda legge le parole decifrando i movimenti delle mani di chi sta parlando. Quindi si ascolta con gli occhi e si impara con la vista. Attenzione però è fondamentale guardarsi in faccia, sempre.

Cap 2

Durante l’adolescenza anche a Francesco, come per i suoi coetanei, scoppia la passione per la musica. Come è possibile? Ti starai chiedendo. Fidati, è possibile. Chi è sordo, infatti, percepisce la musica con il ritmo del movimento delle mani e anche grazie alle espressioni facciali di chi canta. Ma sono soprattutto le parole che fanno nascere qualcosa in Francesco, le parole del Rap. Il nostro protagonista scopre infatti che il Rap dà la libertà di esprimersi in modo diretto e anche di sfogarsi. Il suo modello è Fabri Fibra che canta “come nessuno avrebbe mai immaginato, anche se sono stonato”. Parole, rime e ritmo. Ma dai, un sordo che canta! Come è possibile? E’ possibile. Non è facile e nemmeno immediato, certo, ma con tanta pazienza e instancabile tenacia il giovane Francesco ce la fa.

Ma a Taranto è tutto più difficile, così nel 2010 il nostro protagonista si arma di ulteriore determinazione e si trasferisce a Milano, dove si mantiene lavorando per una compagnia di assicurazione intanto scrive musica. Qui conosce Sara, l’amica che lo accompagna nel suo percorso musicale e che diventa letteralmente il suo metronomo umano. Sara è, infatti, un’interprete LIS e no, non è una musicista, ma insieme a Francesco sperimenta un metodo per segnare con le mani lo scandire del ritmo della musica su cui cantare. E così dopo tanti tentativi e molte ore trascorse in sala prove, nel 2016 Francesco Brizio diventa Brazzo e incide il suo primo brano “Sono sordo mica scemo” grazie allo studio Realsound.

“Sono sordo mica scemo” è il primo brano della carriera da rapper di Brazzo e anche della sua battaglia per il riconoscimento della LIS da parte dello Stato Italiano. Questo significherebbe: una maggiore integrazione della LIS in tutte le istituzioni statali come per esempio a scuola o negli ospedali, avere i sottotitoli in tutti i canali Tv, ma soprattutto si potrebbe avverare una vera rivoluzione inclusiva. I sordi non sarebbero più una minoranza di disabili, bensì una minoranza linguistica. Sì, come i tirolesi in Alto Adige. Proprio perché sono sordi mica scemi!

Dopo una battaglia durata più di 30 anni, finalmente il 19 maggio 2021 questo riconoscimento è arrivato. Seppur ultimi in Europa, anche i sordi italiani vedono riconosciuta la propria lingua dallo Stato.

Dopo il brano di debutto, Brazzo continua a pubblicare singoli con messaggi forti, in cui canta il suo desiderio di far parte del mondo della musica senza discriminazione, dimostrando che tutto è possibile, anche cantare e segnare contemporaneamente. “Volere è potere”.

Cap 3

E se ancora avessimo bisogno di un’ulteriore conferma delle capacità di un rapper sordo, questa arriva direttamente da uno dei palchi più talentuosi della Tv italiana. Nel 2020 Brazzo, accompagnato dal metronomo Sara, partecipa a Italia’s Got Talent, portandosi a casa i 4 sì dai giudici e una standing ovation del pubblico con tanto di appaluso in LIS: braccia alzate e mani vibranti in aria.

L’Umano #0.8 fa musica che non può sentire e la trasforma in un messaggio di inclusione, traducendo i sogni in segni

L’Umano #0.8 ci dimostra che tutti noi siamo umani pieni di potenzialità infinite, con o senza disabilità

L’Umano #0.8 ci canta “O mi accetti o non mi accetti, non si parla di difetti… Tirar fuori ciò che sono, sai, mi aiuta: ora la mia voce non è più così muta”.

Lui è Francesco Brizio, in arte Brazzo.

E tu? Che razza di Umano sei?

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